Comuni
Comune di Scerni
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Comune di 3.578 abitanti facente parte della Comunità montana Medio Vastese; situato ad una ventina di chilometri dal mare Adriatico e nelle vicinanze di Vasto.
STORIA
La prima menzione dell'attuale paese di Scerni risalirebbe all'883, secondo una fonte poco accreditata, quando il conte di Chieti, Trasmondo II, avrebbe donato il CASTELLUM SERNI al monastero di S. Stefano in rivo maris. Di certo, però, nel XI secolo il CASTELLUM DE SERNI era tra le pertinenze di tale monastero, come risulta da una bolla di papa Leone IX del 1503. Sappiamo poi che nel XII secolo il borgo fortificato di SARNEM era feudo di un cavaliere tenuto da Robertinus Altini, a sua volta feudatario dell'abate di S. Stefano in rivo maris, e documenti del XIV secolo attestano l'esistenza, in CASTRO SARNI, delle chiese di S. Maria e S. Panfilo, che pagavano le decime al monastero di S. Maria Arabona. E' probabile che tale castrum sorgesse sul punto più elevato della collina, lì dove nei pressi della chiesa parrocchiale sono ancora ben visibili murature di epoca medievale. La vocazione strategica del sito è confermata dal fatto che esso aveva ospitato in precedenza un insediamento pre-romano. All'epoca della Rivoluzione francese il barone De Riseis si schierò con la popolazione del paese con Giuseppe Pronio da Introdacqua, già chierico e poi armigero del marchese del Vasto, contro l'invasione dei giacobini. Nel 1853 si procedette all'abbattimento della Selva di Bardella e della Selva di Aragno, posta la prima in contrada omonima e la seconda in contrada Ragna; i terreni dopo il disboscamento vennero utilizzati per coltivazioni rurali. Il 25, 26 e 27 febbraio del 1860 oltre mille contadini armati di roncole e mazze invasero la tenuta del marchese D'Avalos abbattendo una casa rurale, rubando legna da ardere e malmenando il guardia boschi. La furia contadina e la consistenza numerica travolse poi i gendarmi e le guardie urbane di Pollutri e di Montedorisio. Fu un vero e proprio tumulto condotto, con armi da fuoco alla mano, da Michelangelo Tarquinio, Giuseppe Menna, detto Passaguai e da Luigi Berarducci.
DA VISITARE
Oltre al centro storico, si consiglia di visitare il bosco dell'Istituto Tecnico Agrario, il Colle dei Sospiri con il suo verde e con tanta aria buona. Tra gli edifici religiosi, il più importante è la Chiesa di San Panfilo, che sorge su un antico tempio pagano dedicato alla dea Cerere, a forma di croce greca. Nel 1601 fu trasformato a croce latina, ampliata nel 1718 e riparata dopo il terremoto del 1729, grazie all'aiuto dei cittadini, del Re Federico II e di un architetto francese che lavorava presso la corte dei Borboni. Al suo interno si possono ammirare un organo barocco, una statua lignea policroma e braccio argenteo del XV secolo di San Panfilo. All'ingresso del paese si incontra il Santuario della Madonna della Strada edificato negli anni settanta, sorge sui resti di un'antica chiesetta del 1400, costruita dai pastori nomadi affinché la Madonna li proteggesse durante il loro cammino. Nell'attuale santuario sono conservati due statuette di legno policrome risalenti al XIV secolo e rappresentanti San Panfilo e San donato, e la statua della Madonna. Quest'ultima, nonostante le "ridipinture" si qualifica per importante opera dei primi del '500, vicino a Silvestro dell'Aquila. Essa avrebbe sostituito un più antico simulacro della Madonna che una leggenda vuole rinvenuto su un albero di fico e in seguito trafugato nottetempo da alcuni atessani, poi costretti ad abbandonarlo lungo la via del ritorno, sul luogo dove venne in seguito costruita la chiesetta, perché all'improvviso divenuto talmente pesante che neppure settanta paia di buoi riuscirono a spostarlo. Nel paese sono presenti resti di mura laterizie e di due torri a scarpa con sopraelevazioni; il primo circuito è di epoca medievale e la porta principale presenta una volta. Numerosi sono i palazzi storici dislocati nel centro storico tra cui palazzo Raimondi, palazzo de Riseis e palazzo d'Avalos.
TRADIZIONI E CURIOSITA'
Una specialità tipica di Scerni è n'durciullun, una pasta alla chitarra molto spessa e di solito condita con sugo di castrato.
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