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San Vito Chietino : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diChieti.

Comuni

Comune di San Vito Chietino

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Comune di 5.342 abitanti facente parte della Costa dei trabocchi ed è bandiera blu d'Europa del 2011

STORIA

Per trovare le prime notizie sul borgo di San Vito Chietino dobbiamo tornare all'epoca Romana, infatti già a quel tempo esisteva un porto costruito in prossimità del fiume Feltrino risalente all'epoca frentana. Il porto venne poi utilizzato dai Romani nel periodo dell'Impero come base per i collegamenti al di là dell'Adriatico ed ebbe anche notevole importanza strategica come rifugio per le loro navi mercantili. Nel XI secolo il lido conobbe un periodo di decadenza (comune a tutta la costa adriatica in quel tempo) e fu abbandonato, lasciandolo riempire di pietre e detriti portati dal fiume. La vita invece continuava sul borgo costruito sulla collina sovrastante il porto dove già in epoca paleocristiana venne edificata una chiesa in onore di San Vito Martire; nel medioevo venne costruito un castello, chiamato Castellalto, di cui però non si hanno notizie precedenti l'anno Mille. Il castello, di cui al giorno d'oggi si possono ancora osservare alcuni resti delle mura di cinta nel centro storico del paese, cambiò successivamente il suo nome in quello del martire che dava già il nome al borgo che si estendeva intorno ad esso. Nel 1385 un documento pervenutoci attesta la proprietà del castello e del porto di Gualdum all'abbazia di San Giovanni in Venere. Successivamente, dopo che gli abitanti del feudo di Sanctum Vitum si erano schierati a favore del Papa Urbano VI, il castello venne sacchegiato dai seguaci dell'Antipapa Clemente VII, guidati da Ugone degli Orsini. L'Abate di San Giovanni in Venere invocò allora l'aiuto della limitrofa cittadina di Anxanum (oggi Lanciano), che riuscì a ribaltare la situazione ed ottenne così in enfiteusi perpetua il feudo di San Vito pagando un canone annuale di 60 carlini d'argento all'abbazia di San Giovanni in Venere. Lanciano vide nel porto di San Vito un ottimo mezzo per aumentare il commercio in entrata ed uscita per le sue fiere, già famose in tutta Italia, ed inziò così la ristrutturazione del porto. Questa situazione scatenò la preoccupazione di Ortona, che vedeva così minacciata la sua egemonia sul mare che deteneva nella zona: così gli ortonesi ricorsero a Ladislao, allora re del Regno di Napoli, che revocò a Lanciano l'autorizzazione per ricostruire il porto sanvitese. Da questo avvenimento scaturì un lungo periodo di guerre tra Lanciano e Ortona per il possesso del feudo di San Vito, che veniva ora posseduto da l'uno, ora da l'altro. Ci fu solo una pace provvisoria grazie a san Giovanni da Capestrano, che nel 1427 mise d'accordo le due città stabilendo il condominio del feudo, ma la pace fu breve. Durante le guerre di successione per il trono del Regno di Napoli, Lanciano approfittò della situazione per riappropriarsi del porto di San Vito: esso venne in breve tempo interamente ricostruito e riportato allo splendore di un tempo. Ma la reazione di Ortona non tardò ad arrivare: essa infatti assoldò l'allora celeberrimo pirata Mijobarone che distrusse il porto e saccheggiò le case del paese, mantenendo la zona sotto controllo con una strategia del terrore, anche se il feudo rimase sotto la giurisdizione lancianese. Nel periodo aragonese del Regno di Napoli il porto era ancora utilizzato dai lancianesi per le loro fiere ed era un punto nevralgico del commercio marittimo della zona. Successivamente però, con il lento decadere delle fiere lancianesi, anche il porto di San Vito iniziò una fase di declino che portò al suo disuso: Lanciano vendette nel 1528 il feudo con il porto a Sancio Lopez, ed iniziò così un lungo periodo in cui San Vito andava sotto l'influenza ora di un feudatario, ora di un altro. Lanciano si reimpossesò del feudo ricomprandolo da Martinsicuro per 6000 Ducati, per poi rivenderlo nel 1627 al duca Fernando Majorca di Balneoli per 8120 ducati. L'ultimo feudatario di San Vito fu Ferdinando Caracciolo, duca di Castel di Sangro, che lo acquisì nel 1641. Nel periodo risorgimentale il paese si è contraddistinto, come tutta la zona abruzzese, per una forte lotta contro l'egemonia Borbonica ormai in crisi, mentre coi primi passi dell'unità d'Italia la zona fu oggetto di razzie da parte dei briganti. La costa di San Vito è stata inoltre bombardata nella Prima Guerra Mondiale, come ricorda una lapide posta sul Colle, il noto belvedere che si affaccia sul mare. A San Vito Chietino soggiornò a lungo il poeta Gabriele D'Annunzio in un casolare che attualmente viene chiamato eremo dannunziano.

DA VISITARE

Gabriele d'Annunzio lo definiva il "paese delle ginestre", San vito Chietino è oggi un'importante stazione turistica della riviera frentana, nota per i suoi spettacolari belvedere, su una costa monumentale, contraddistinta da suggestivi trabocchi. Affacciandosi sullo strapiombo del promontorio delle ginestre, si può scoprire il trabocco descritto dal Vate "proteso sugli scogli, simile a un mostro in agguato, con i suoi cento arti". Poco prima della deviazione per il belvedere, proprio sulla statale 16, c'è l'Eremo Dannunziano, anche se viene chiamato eremo si tratta di una casa rurale dove soggiornò d'Annunzio e dove si rifugiò con la sua amante; pare che la tragedia "Il trionfo della Morte" sia stata redatta qui. Attualmente l'Eremo è utilizzato come casa museo Gabriele D'Annunzio. Tra i luoghi di culto del paese, posta sul belvedere di Sant'Apollinare e recentemente ristrutturata è la Chiesa di S.Vito, con facciata del XVI sec., è a navata unica coperta da capriate. La facciata è semplice con timpano triangolare ospitante due campane. Presso la località Murata Bassa è possibile visitare gli interessanti resti archeologici di una Villa romana risalente al I sec. a.C. La grotta delle Farfalle. Al confine tra i territori dei Comuni di San Vito Chietino e Rocca San Giovanni è posta la Grotta delle Farfalle, entusiasmante curiosità naturalistica del territorio della Costa dei Trabocchi. Il territorio della Grotta delle Farfalle è attualmente ricompreso tra i siti SIC (Siti di Interessi Comunitario) ed è entrata di recente nell'elenco delle riserve naturali regionali. Il territorio di San Vito Chietino comprende una fascia costiera prevalentemente occupata da scogli e ripide calate a mare che si sviluppano a sud dell'abitato di San Vito Marina. Una tra le spiagge più belle di San Vito Chietino è la Calata Turchino così chiamata perché alla mattina il colore del mare si distingue a fatica dal blu turchino del cielo.

TRADIZIONI E CURIOSITA'

Specialità tipica del posto sono le seppie ripiene alla sanvitese; i tacconcini al sugo di pesce e "Lu rintrocele"(pasta fatta a mano e tagliata con uno speciale matterello). In pasticceria invece il dolce tipico, è il cjiellipjiene, uno dei dolci più antichi e tipici della tradizione sanvitese. Nell'estate del 2007 è stata ideata, in collaborazione con i produttori locali, una festa popolare, solitamente svolta nel mese di agosto, denominata «Lu cellepiène e dintorni...i dolci sapori della tradizione sanvitese». Nel 2008 il Comune ha depositato presso la Camera di Commercio di Chieti un marchio figurativo quale logo ufficiale della manifestazione e simbolo di garanzia della produzione locale del «cjiellipjiene» ed ha incaricato la Delegazione di Lanciano della «Accademia Italiana della Cucina» ("Istituzione Culturale della Repubblica Italiana") di provvedere alla codifica della ricetta tradizionale sanvitese del tipico dolce previa una ricerca circa le sue lontane origini popolari ed i particolari metodi di preparazione. A tal fine, i Delegati incaricati si sono avvalsi della fondamentale collaborazione delle donne di San Vito componenti la locale "Accademia del Tempo Libero", vere custodi dei più reconditi segreti e dei più antichi metodi di preparazione. Il 16 luglio 2009, nel corso di una cerimonia ufficiale alla presenza dei massimi vertici della "Accademia Italiana della Cucina", è stato redatto il formale atto di "codifica" della ricetta tradizionale de "lù cjiellipjiene" sanvitese. "Nato come dolce popolare delle famiglie contadine, con il passar del tempo divenne simbolo di uno status perché alla comune marmellata, che riempiva la sfoglia preparata con farina, olio d'oliva e vino bianco, venivano aggiunti altri ingredienti a seconda dell'agiatezza economica della famiglia. Nella rivista mensile "L'Abruzzo" del gennaio 1920, Gennaro Finamore (Gessopalena, 11 agosto 1836 - Lanciano, 9 luglio 1923, medico, glottologo e antropologo) scriveva che alla vigilia di Natale si preparava come dolce solenne «lu cjiellipjiene» : "...i popolani preparano per conto proprio e ricevono in cambio di doni le ciambelle, cjiellipjiene, che hanno sempre forma circolare quasi di serpe che morde la coda...". Oggi si prepara indifferentemente «lu cjiellipjiene» "all'uovo" (caratterizzato da una pasta più morbida e dalla decorazione con zucchero a velo) oppure "olio e vino" (ripieno di marmellata d'uva, cosparso di zucchero e cotto al forno). Ma i sanvitesi dicono che "lu cjiellipjiene ojie e vine...nin si tocche" (resta quello tradizionale e più buono!)" (tratto dalla Relazione storica redatta dalle donne sanvitesi della "Accademia del Tempo Libero"). Tra gli eventi, l'ultima domenica di luglio, le tradizioni marinare danno luogo ad una celebrazione in onore della Madonna del Porto, con una processione di barche in mare. In località Marina di San Vito, ogni venerdì di luglio, gli appassionati possono passeggiare per il mercatino dell'antiquariato. Il suo territorio caratterizzato dalla presenza di vigneti e uliveti e proprio la pregiata produzione di oli ha procurato al Comune il titolo di Città dell'olio.

Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie, prodotti tipici nel comune diSan Vito Chietino

Bed and Breakfast nel Comune di San Vito Chietino Tot: (1)  -  Ristoranti nel Comune di San Vito Chietino Tot: (1)  - 

Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie nel comune di San Vito Chietino

San Vito Chietino (Comune)  -  Ristorante Il Promontorio (Ristoranti)  -  Beb Trabocchi (Bed and Breakfast)  - 

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