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Comune di Roccaspinalveti
STORIA
Alcuni reperti archeologici, in particolare due statuette di guerriero risalenti al periodo storico compreso tra il IV e V secolo a.C , ritrovati nell’area montana di Roccaspinalveti testimoniano la presenza di popolazioni di origine sannitiche. Tuttavia, con ogni probabilità, il documento più antico che, in modo esplicito, fa riferimento al territorio di Roccaspinalveti è datato intorno al 1050 e, in sostanza, consiste nell'atto di donazione compiuto da un certo Bruno de Albino, di un terreno situato in località Villa Huneto (Albaneto, località situata nelle prossimità della contrada Olmi), con lo scopo di edificarvi un monastero dedicato alla Santissima Trinità. Il feudatario benefattore era di origine longobarda, anche se non se ne conosce direttamente la discendenza. Tutto ciò è confermato dall'influenza esercitata in questa zona dal Ducato Beneventano. Inoltre, l’esistenza di alcuni toponimi, (tutt’ora riscontrabili nel territorio roccolano) come, ad esempio, le contrade Trocco, Aia Bruna, Colle della Fara, Fatticce, testimonia la presenza di popolazioni di origine longobarde. Intorno al XI secolo in tutta la zona esistevano numerosi nuclei abitati denominati Guarentia, Godino, Casali, San Cataldo e San Pietro. In quest’ultima località ad una altitudine di 900 m.s.m. è ancora visibile la pianta dell’omonima cappella; accanto a quest’ultima struttura, grazie all'interessamento della locale Associazione degli Alpini, è stata edificata, recuperando pietre di vecchie abitazioni, una suggestiva chiesetta. L’Antinori riferisce che nel 1279 Roccaspinalveti era divisa tra diversi feudatari appartenenti alla famiglia napoletana dei Filmanerio (Filomarino). Superato l’inquieto periodo angioino, il detto territorio passò nelle mani della famiglia dei Sangro che controllava buona parte dei paesi montani ubicati tra i bacini fluviali dell’Alto Trigno e dell’Alto Sangro. Il matrimonio di Maria de Sangro con Marino Caracciolo avvenuto alla fine del quindicesimo secolo segnò il passaggio definitivo del grande feudo nelle mani della famiglia Caracciolo di Santo Bono. Nel 1507 nella maggior parte dei territori dell’Alto Vastese era già avvenuto il definitivo abbandono dei vari centri sparsi e l’accentramento in località più arroccate e ben difendibili. In questo periodo, l'abitato di Roccaspinalveti appariva adagiato su di un alto e roccioso monte chiamato Teste o Trimonte a circa 1150 m.s.m. (era il comune più alto dell’intero Vastese, esposto ai venti freddi del Nord, nelle prossimità delle sorgenti dei fiumi Sinello e Treste). L'odierno abitato risale al XIX secolo quando l'antico abitato citato nel XVIII secolo come Rocca Spina Oliveta, ed in seguito come Roccavecchia, fu evacuato per via di frane e ricostruito più a valle con cardi e decumani in stile ottocentesco. Del vecchio abitato si possono riconoscere l'antico palazzo feudale, la chiesa ed alcune case. Nel secondo dopoguerra, l’emigrazione riprese vigore e, oltre alle tradizionali mete d’Oltreoceano, si diresse soprattutto in Svizzera e in Germania, in misura minore verso le grandi città industriali del Nord d’Italia. A partire dalla seconda metà degli anni ’70, si sono intensificati lo spopolamento e l’emigrazione verso le aree industriali della costa, in particolare di Vasto e San Salvo, dove risiedono numerose famiglie che continuano a mantenere intensi rapporti con il mai dimenticato paese d’origine. Attualmente, il dramma dello spopolamento sembra essersi attenuato grazie anche alla laboriosa attività dei Roccolani che, con gran spirito di iniziativa, hanno avviato attività artigianali operanti nel settore dell’abbigliamento (confezioni e calzature), dei manufatti più tradizionali come ferro, alluminio, legno e dell’alimentazione (produzione di salumi nostrani, latticini, formaggi, allevamento).
DA VISITARE
Architettura di interesse religioso è la parrocchia della Nuova Roccaspinalveti, dedicata a S. Michele Arcangelo; questa conserva al suo interno, in cantoria, un pregevole organo barocco in legno intagliato e dorato. All’esterno della Chiesa si può osservare un significativo esempio di campanile a torre mozza. Proseguendo per corso Umberto si raggiunge la strada diretta in montagna e, procedendo per questa strada, si incontra in località Colle della Scarpa (912 m.s.m.) una pineta dotata di un’ area picnic. Dopo qualche chilometro, si arriva al sito del vecchio cimitero dal quale, seguendo un tracciato che costeggia in parte il Ritaglio, si accede ai resti dell’antico paese. Da questo punto è possibile osservare un panorama meraviglioso e nelle giornate terse scorgere il mare, le Isole Tremiti, il promontorio del Gargano, la Majella e la Vallata del fiume Pescara. Partendo dall’antico centro urbano si risale fino al Colle delle Croci e successivamente al Colle dell’Albero (1316 m.s.m.). Partendo dal capoluogo, dopo pochi chilometri, si arriva alla contrada Acquaviva, scendendo per il Colle Moretto si devia sulla sinistra direttamente nel bosco per arrivare all’imboccatura del piccolo e pittoresco lago del Sinello.
TRADIZIONI E CURIOSITA'
A Roccaspinalveti, così come in buona parte dell’Abruzzo montano, sono ancora vive alcune tradizioni che si esprimono soprattutto in occasione di particolari festività dell’anno. L’ 11 Luglio si festeggia il santo patrono, San Pio I, con la tradizionale processione delle conche. La stessa processione viene ripetuta il 31 Agosto e il 1° Settembre con i festeggiamenti in onore delle Sante Liberata e Filomena. Altra ricorrenza degna di nota è il 16 Gennaio, giorno in cui ancora oggi diverse compagnie di cittadini percorrono allegramente le contrade del Paese, cantando davanti ad ogni casa gli stornelli dedicati a Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. La gastronomia locale risente fortemente delle tradizioni gastronomiche abruzzesi. Tra i piatti tipici e in qualche modo più diffusi nella cucina tipica roccolana e nei diversi ristoranti presenti nel Paese vanno menzionati e “sagn appzza t” o “Taccunell”, primi piatti simili a fettuccine conditi con sugo di agnello. I secondi piatti prevalentemente a base di agnello al forno, alla brace oppure lo spezzatino e le rinomate “pallot casc e ov”. Un discorso a parte meritano gli insaccati realizzati con carne di maiale. Oltre agli ottimi prosciutti , alle salsicce conservate nello strutto e ai salamini, il vero prodotto tipico di Roccaspinalveti è rappresentato dalla ventricina, un insaccato tipico realizzato solo con alcune parti selezionate del maiale, rispettando una procedura antica, tramandata di generazione in generazione, che ha fatto della ventricina uno dei più apprezzati per il suo particolare sapore e per la genuinità dei propri ingredienti.
ECONOMIA
I maggiori redditi provengono dall'allevamento (ovino, bovino e suino) e dal commercio del bestiame e dei prodotti zootecnici. L'agricoltura dà patate, frumento e uve da vino. Vi operano un caseificio sociale e varie aziende per la produzione di prosciutti e insaccati.
Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie, prodotti tipici nel comune diRoccaspinalveti
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