Comuni
Comune di Lanciano
STORIA
Le origini di Lanciano affondano nel mito. La tradizione vuole che sia stata fondata nel 1181 a.C. da Solima, profugo troiano approdato in Italia insieme ad Enea, col nome di Anxanon o Anxia (dal nome di un compagno morto in guerra). Al di là dell'epica, la datazione potrebbe essere verosimile: infatti, alcuni ritrovamenti archeologici dimostrerebbero che Lanciano è stato abitato con continuità dal XII secolo a.C.. Nei dintorni, inoltre, sono state rinvenute tracce di insediamenti neolitici fin dal V millennio a.C.. Secondo le notizie di alcuni storici romani, in seguito Anxanon fu capitale del popolo Frentano, gente di stirpe sannitica che occupò l'area costiera tra il Pescara ed il Fortore a partire dal V secolo a.C.. In quest'epoca, probabilmente, la città subì l'influsso culturale dei Greci, che allora controllavano i traffici commerciali sulla sponda occidentale dell'Adriatico. Tra il IV secolo a.C. ed il III secolo a.C. i Frentani presero parte alle prime due guerre sannitiche, accettando di diventare federati dei Romani dopo la sconfitta subita nel 304 a.C. A differenza delle altre popolazioni di ceppo sannita, rimasero fedeli a Roma durante le guerre puniche. Nella guerra sociale del 90 a.C., invece, furono tra i fautori della Lega Italica. Al termine di questo conflitto i Frentani beneficiarono dell'estensione della cittadinanza romana a tutti i popoli italici; la città fu ordinata in seno alla Repubblica Romana come municipium (status testimoniato da una lapide attualmente conservata nel Palazzo Comunale). In quest'epoca dovette subire la romanizzazione del nome, da Anxanon in Anxanum. Alcuni decenni dopo, con la riorganizzazione amministrativa dell'Italia voluta da Augusto, la città fu ascritta alla tribù Arniense, all'interno della Regio IV. In quest'epoca dovette conoscere una buona prosperità grazie alle sue fiere, dette nundinae. Fin dall'età antica la città ha dovuto la sua prosperità al commercio. Questa vocazione le deriva da una collocazione "strategica": è a pochi chilometri dal mare ma è in collina, quindi meglio difendibile; inoltre, è vicino ad un'antichissima rotta commerciale che collegava la Puglia all'Italia settentrionale già in età preromana. Questo tracciato, probabilmente legato al tratturo L'Aquila-Foggia per la transumanza delle greggi, in epoca romana divenne una strada (forse la via Traiana) che partiva da Hostia Aterni (l'attuale Pescara) ed arrivava fino in Puglia passando per Ortona, Anxanum e Histonium (Vasto). Con il crollo dell'Impero Romano, Lanciano subì saccheggi dai Goti. In seguito, con l'invasione dell'Italia da parte dei Longobardi, fu conquistata e rasa al suolo (probabilmente nel 571). I nuovi dominatori costruirono un castello sul colle Erminio, intorno al quale cominciò a ricostituirsi un nucleo abitativo. Da questo trarrà origine il più antico quartiere medioevale, chiamato Lanciano vecchia. Nel 2006 scavi archeologici hanno riportato alla luce alcune vestigia della città romana, tra cui il decumano, che passava proprio sopra il colle Erminio: ciò mostra che tra la città antica e quella medioevale c'è stata una sostanziale continuità. Lanciano rimase fedele ai Longobardi nelle guerre che li opposero ai Bizantini, ma dovette subire la conquista di questi ultimi nel 610. Sotto i Bizantini la città fu aggregata al ducato di Chieti. Questa nuova dominazione consentì alla città di riprendere i propri traffici commerciali. Sul finire dell'VIII secolo Lanciano fu conquistata dai Franchi, i quali la aggregarono al ducato di Spoleto e, poi, a quello di Benevento. Pur facendo parte di questi ducati, la città era stata ordinata come gastaldato, cioè come città governata da un funzionario nominato direttamente dal re e non soggetta a nessun feudatario. Nel 1060 fu annessa dai Normanni all'istituendo Regno di Sicilia (che diverrà Regno di Napoli nel 1372). Di fatto, Lanciano seguì le vicende politiche e dinastiche di questo regno fino all'Unità d'Italia. Estinta che fu la dinastia Normanna, vide il susseguirsi delle dominazioni degli Svevi, degli Angioini e degli Aragonesi. Superati gli anni bui, Lanciano prosperò grazie al rifiorire delle sue fiere (una in maggio ed una in settembre), tanto da diventare, nel Trecento, il più grande centro abitato d'Abruzzo (6500 abitanti nel 1340). L'incremento demografico si accompagnò all'espansione urbanistica del centro urbano: nel corso dell'XI secolo fu edificato il quartiere di Civitanova; pochi decenni dopo vi fu la sistemazione degli altri due quartieri storici, il Borgo e la Sacca, mentre il centro politico e commerciale della città si spostò definitivamente nella Corte Anteana (l'attuale Piazza del Plebiscito). Sul finire del XII secolo fu ultimata la nuova cinta muraria, dotata di nove porte (solo una delle quali è sopravvissuta fino ad oggi: Porta San Biagio), e la struttura urbana di Lanciano arrivò ad essere quella tuttora visibile nel centro storico. La sua importanza come emporio fu riconosciuta conferendole lo status di università demaniale, cioè di città non sottoposta a nessun feudatario, ma amministrata direttamente dal re. Questo privilegio le fu accordato nel 1212 dall'Imperatore Federico II di Svevia e fu confermato e reso perpetuo nel 1259 da Manfredi, re di Napoli. Ad esso si accompagnava l'esenzione delle merci da dazi e dogane ed il diritto di eleggere, oltre agli amministratori ordinari, un magistrato, detto Mastrogiurato, che durante le fiere deteneva i poteri normalmente in mano al Giudice Regio. È interessante osservare che lo status di gastaldato e, poi, quello di università demaniale sono, molto probabilmente, la diretta continuazione dell'ordinamento municipale di epoca romana. Ciò testimonia che questa città, pur non essendo mai stata un libero comune, godette fin da tempi remoti e per molti secoli di ampia autonomia amministrativa e commerciale. Nelle numerose contese tra feudatari e regnanti che segnarono l'età medioevale, Lanciano si schierò quasi sempre con i regnanti, ricavandone benefici di natura economica e territoriale. Una rivalità particolare si instaurò con la vicina città di Ortona, che era il porto preferenziale per l'afflusso delle merci alle fiere, a causa dei dazi che questa città imponeva sulle merci che vi transitavano. Sul finire del XIV secolo Lanciano ottenne dall'Abbazia di San Giovanni in Venere la concessione per costruire un porto a San Vito: ciò fu motivo di nuove guerre con gli ortonesi, composte solo dalla mediazione di San Giovanni da Capestrano nel 1427. Nel 1441 re Alfonso V d'Aragona ripagò l'appoggio avuto contro gli Angioini, concedendo a Lanciano il diritto di battere moneta mediante l'istituzione di una Zecca. In quest'epoca la città arrivò a possedere più di 40 feudi. Fin dal Medioevo, a Lanciano sorsero molte industrie: in primo luogo, fabbriche di tele finissime e di stoffe di lana e seriche. Nel XV secolo si affermarono molte altre produzioni: le ceramiche, la fabbricazione degli aghi, l'oreficeria e l'industria del ferro, dei bronzi, dei cuoi e delle pelli. Un riconoscimento dell'importanza raggiunta fu l'istituzione, nel 1515, di una diocesi distinta da quella di Chieti, poi elevata ad arcidiocesi nel 1562. Nel 1520 la corona di Napoli fu aggregata a quella di Spagna dall'imperatore Carlo V d'Asburgo. Questi combatté numerose guerre con Francesco I, re di Francia, per il predominio sull'Italia, uscendone infine vincitore nel 1544 (pace di Crepy). Lanciano si schierò con Francesco I: per questo, il nuovo sovrano la punì sottraendole molti dei suoi feudi. A quest'epoca si può ascrivere l'inizio di una fase di declino per l'economia lancianese. Una prima causa di ciò va ricercata nel nuovo assetto politico, con un viceré spagnolo sul trono di Napoli. Quella che è ricordata come una cattiva amministrazione ebbe i suoi effetti anche su Lanciano, che, nel suo piccolo, si impoverì a causa dell'incapacità amministrativa dei Capitani del Popolo spagnoli e dei forti tributi imposti. Contemporaneamente, la città risentì di un fenomeno geopolitico su scala mondiale: dopo la scoperta dell'America, i grandi traffici commerciali cominciarono a spostarsi dal Mar Mediterraneo all'Atlantico. L'Italia peninsulare venne così a perdere il suo ruolo centrale nei commerci e subì una progressiva decadenza. Il regno di Napoli, persa la sua autonomia, si ridusse ad una pedina di scambio nelle contese tra le grandi potenze europee. A causa della sua posizione di frontiera, l'Abruzzo soffrì particolarmente per queste contese, che videro opposti spagnoli e francesi per tutti il XVI ed il XVII secolo e sfociarono nella guerra aperta tra spagnoli ed austriaci all'inizio del XVIII secolo. Il momento peggiore fu nel 1640: Lanciano perse i suoi privilegi di città demaniale, fu creata baronia e fu venduta al duca Castro di Pallavicini dal icerè di Napoli, Medina las Torres, senza l'assenso del re. Nel 1646, poi, venne ceduta al marchese d'Avalos del Vasto. Il vassallaggio durò più di un secolo e portò un notevole impoverimento della città, vessata dai nuovi padroni. Le sue fiere, per di più, dal 1718 subirono la concorrenza diretta del nuovo mercato franco di Senigallia. Nonostante le numerose ribellioni, Lanciano riacquistò la sua libertà solo nel 1778, dopo l'ascesa al trono di Napoli dei Borbone. Nell'Ottocento la città partecipò attivamente ai moti risorgimentali, a partire dalla Repubblica Partenopea del 1799 fino ad una serie di sollevazioni nel 1848, 1849 e 1853. Questi episodi le valsero la qualifica di città fellone da parte della polizia borbonica. Nel 1860 votò l'adesione all'Italia unita. Anche in questi anni, seppur con fasi alterne, continuò lo sviluppo della sua economia basata su commerci, artigianato, piccola imprenditoria. All'inizio del 1900 arrivò a contare 18.000 abitanti. Nella storia di Lanciano del Novecento, una pagina molto importante è quella della partecipazione alla Resistenza. Subito dopo l'occupazione nazista, tra il 5 ed il 6 ottobre 1943, alcuni gruppi di giovani lancianesi presero le armi contro gli invasori e li impegnarono in due giorni di combattimenti (la rivolta dei martiri ottombrini). Alla fine dell'insurrezione avevano perso la vita 11 ragazzi. Altri 12 civili sarebbero stati uccisi nelle rappresaglie dai nazisti. Questo episodio segnò l'inizio della partecipazione attiva di tutta la cittadinanza alla Resistenza, motivo per il quale Lanciano è stata insignita della Medaglia d'oro al valore militare dal presidente Einaudi nel 1952, è quindi tra le Città decorate al Valor Militar per la guerra Militare di Liberazione.
DA VISITARE
Il principale edificio di culto della città è la Basilica della Madonna del Ponte, che si affaccia sulla piazza del Pebliscito. Con questa chiesa, si ricorda la Madonna del Ponte, dedicandole la statua della Vergine, ritrovata verso la fine dell’anno 1000, nel periodo in cui ci fu il restauro del ponte che risale all’età di Diocleziano all’incirca al III secolo. L’odierno edificio è stato edificato tra il XV secolo e il XVI secolo, e una parte del ponte gli fu inglobata. Infine, la chiesa fu ristrutturata nel XVIII secolo, Da quel momento, l’interno è decorato con un altare maggiore, la statua in terracotta della Vergine. Altro importante edificio di culto da visitare è la chiesa di San Francesco, conosciuto anche come Santuario del Miracolo eucaristico, si affaccia sulla piazza centrale con il corpo absidale e la stupefacente torre campanaria. La chiesa fu costruita nel XIII secolo. L’interno, costruito in stile barocco, è ornato da un preziosissimo reliquario del XVIII secolo. Tale reliquario, ricorda il primo miracolo eucaristico avvenuto, ricordato dalla Chiesa Cattolica. Una bellissima fontana è tenuta nella piazza Pietrosa; la fontana del Borgo, che fu fatta costruire nel periodo tardo-rinascimentale. Altra chiesa, è la chiesa di Sant’Agostino, preceduta dalla torre di San Giovanni, edificata nel XIV secolo. E' una chiesa di architettura che risale anche essa al XIV secolo. Il maestoso portale è costruito in stile gotico e con un ricco rosone. L’interno della chiesa è tutta decorata in stile barocco, restaurato nel XIX secolo. La scultura più importante è il busto argenteo di San Simone di Nicola da Guardiagrele, costruito nel XV secolo. Un altro edificio di culto, molto importante per la città, è la chiesa di Santa Maria Maggiore. Costruita originariamente in stile romanico-lombardo, è stata modificata nel XIII secolo, seguendo lo stile architettonico borgognano-cistercense, con questo stile, fu costruito un portale davvero straordinario, costruito per opera di Francesco Petrini. Davvero singolare è la decorazione interna, più volte modificata e cambiata. Merita attenzione il Museo Civico Archeologico di Lanciano, che ospita numerosi ritrovamenti archeologici provenienti dalle aree circostanti e dagli scavi dell'antico municipio romano di Anxanum. I reperti archeologici, risalgono al periodo preistorico e arrivano fino al periodo medievale. La sede del museo è situata in Via del Mancino n. 165 (ex Villa Marciani).
TRADIZIONI E CURIOSITA'
Curiosa la manifestazione che c’è durante la settimana Santa per celebrare la processione dell’arciconfraternita orazione a morte. Interessante anche partecipare alla processione del Cristo morto, la Sacra rappresentazione dell’Incontro dei Santi. Di elevata importanza anche la fiera nazionale dell’agricoltura nel mese di aprile. Infine, l’8 Settembre, c’è la Processione del Dono alla Madonna del Ponte. Nell'VIII secolo a Lanciano ha avuto luogo un evento che la Chiesa Cattolica considera il primo Miracolo Eucaristico. Il racconto tradizionale narra che un monaco basiliano, mentre celebrava la messa, dubitò della presenza reale di Cristo nell'eucarestia. In quel momento l'ostia sarebbe divenuta carne ed il vino si sarebbe tramutato in sangue. Le reliquie del Miracolo sono conservate nella basilica di San francesco, costruita sopra la chiesa in cui avvennero i fatti. L'ostia di carne ed il calice con i cinque grumi in cui si è rappreso il sangue, permanentemente esposti sull'altare in un ostensorio, sono oggetto di pellegrinaggio da parte di centinaia di migliaia di persone ogni anno. Tra il 1970 e il 1981 le reliquie sono state sottoposte a diverse analisi scientifiche dal professor Odoardo Linoli, docente di anatomia patologica. Le sue conclusioni sono state che l'ostia è costituita da vera carne umana e i grumi da vero sangue umano, entrambi di gruppo AB. La carne è precisamente tessuto miocardico. Linoli non ha rilevato alcuna traccia di sostanze conservanti o mummificanti.
ECONOMIA
Il commercio ha sempre avuto un ruolo importante nella storia di Lanciano; tuttora è sede di un complesso fieristico di rilevanza nazionale. Inoltre, è il punto di riferimento commerciale per tutto il suo comprensorio (ingrosso e grande distribuzione organizzata). Negli anni settanta in Val di Sangro, nel comune di Atessa, sono stati costruiti due grandi insediamenti industriali: uno della Honda e uno della Sevel, una joint venture tra Fiat e PSA per la produzione di veicoli commerciali leggeri. Questi stabilimenti hanno portato allo sviluppo di un folto indotto di piccole e medie imprese specializzate, cresciute nel tempo fino a rendere la Val di Sangro la prima realtà industriale dell'Abruzzo. Da ciò sono discese ricadute economiche positive per tutti i comuni del comprensorio. Non va trascurato il ruolo dei settori tradizionali: l'gricoltura e l'artigianato. La prima si basa sulla coltivazione di ulivi e vigne, da cui deriva una buona produzione di olio e vino e (certificata da marchi DOP e DOC). Il secondo sta ritornando in auge soprattutto per quanto riguarda le terrecotte, un settore in cui Lanciano vanta una tradizione secolare. Un ruolo fondamentale nello sviluppo economico di Lanciano è stato svolto dal 1961 ad oggi dal Consorzio Autonomo Ente Fiera di Lanciano, costituito dal Comune di Lanciano, Provincia di Chieti, Regione Abruzzo, Arssa, Camera di Commercio di Chieti, Banca Popolare di Lanciano e Sulmona e Consorzio Agrario Interprovinciale di Chieti-Pescara. Nel 1995 il Consorzio, con una specifica legge della Regione Abruzzo è stato dichiarato polo fieristico regionale abruzzese ed ha assunto la denominazione commerciale di Lancianofiera, con cui promuove ogni anno numerose rassegne nell'area espositiva di località Iconicella. La manifestazione più importante è la Fiera Nazionale dell'Agricoltura, giunta nel 2011 alla 50ª edizione, che si svolge ogni anno nel mese di aprile. Tra le altre fiere vanno ricordate "Ruote e Motori show" (febbraio) sul mondo delle 2 e 4 ruote, "Abitare Oggi" (marzo) sull'edilizia, arredamento e design, "Agroalimenta" (novembre) sulle eccellenze agroalimentari italiane.
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