Comuni
Comune di Lama dei Peligni
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Comune di 1.407 abitanti facente parte della Comunità Montana Aventino-Medio Sangro; il territorio comunale è compreso nel Parco Nazionale della Majella. Il paese è noto ai naturalisti come il paese dei camosci, si trova infatti in un'area floro-faunistica di particolare interesse. Il toponimo è di derivazione pre-latina, provenendo dalla parola "lama" che letteralmente significava "lamatura", cioè "terreno dove l'acqua ristagna"; successiva è da ritenersi l'aggiunta riferita al popolo italico, i Peligni appunto, che si sarebbe spinto sino al territorio del fiume Aventino.
STORIA
Il territorio fu abitato sin dall'epoca preistorica, come testimoniato ampiamente da una serie di pitture rupestri rinvenute nelle grotte della zona e dai resti di un villaggio di epoca neolitica. In "Contrada Fonterossi", proprio nelle vicinanze del sito neolitico, fu rinvenuto, agli inizi del XX secolo, il cosiddetto "Uomo della Maiella", resto umano di una sepoltura preistorica risalente al 7.000-5.000 a.C.. In età romana, la zona fu abitata dalla tribù italica dei Carecini, di derivazione sannita, distribuita nei centri abitati principali di Cluviae e Javanum. Il periodo del Medioevo si caratterizzò per la presenza di alcuni ed eremi, presso cui dimorarono asceti e santi; tra i tanti va menzionato il Beato Roberto da Salle, discepolo di Celestino V, alloggiato presso il locale Eremo Sant'Angelo. Lo sviluppo del paese nel campo della produzione della lana si ebbe a partire dall'epoca rinascimentale. Il paese fu completamente distrutto da violenti terremoti e nella Seconda guerra mondiale; entrato a far parte della Brigata Maiella, il paese fu liberato dai tedeschi il 31 gennaio 1944. Nei pressi è sita la Grotte del Cavallone in cui Gabriele D'Annunzio vi ambientò la figlia di Iorio.
DA VISITARE
A Lama Dei Peligni si incontra una grande variabilità di paesaggi naturali. Nel centro storico si può ammirare la chiesa parrocchiale di San Nicola e San Clemente, una delle poche chiese abruzzesi del Rinascimento di forma basilicale. La facciata costruita nella seconda metà del '500 presenta un rosone a raggiera decorato da testine d'Angelo, perfettamente conservato. Nell'interno si possono ammirare un pulpito ligneo di fattura michelangiolesca risalente alla seconda metà del XVI secolo, una statua di cera di Gesù Bambino conservata in urna d'argento e l'organo del XVIII secolo. Nel 1589 fu ampliata e fu aggiunto il campanile raggiungendo probabilmente forma e dimensioni attuali. In questo paese si trova uno dei monumenti più importanti dell'intera Valle Aventino, il Monastero di S. Maria della Misericordia (Convento di S. Antonio). Costruito nel 1327 da Padre Roberto da Salle, seguace di Celestino V, subì vari rifacimenti dal 1530 al 1600. Nel 1706 a seguito del terremoto che lo aveva particolarmente danneggiato subì un radicale intervento di ristrutturazione. All'interno sono conservati una Croce in rame battuto della prima metà del XIV secolo e la statua di Santa Maria della Misericordia del XII secolo, restaurata dall'artista locale Giuseppe Verlengia nel 1905, cui è anche attribuita l'opera del campanile. All'ingresso del paese gli appassionati di natura possono visitare il Museo Naturalistico-Archeologico M.Locati. Ospitato in una moderna struttura realizzata recentemente che ingloba la Chiesa di Santa Maria dell'Arco. Nell'area intorno al museo è allestito il Giardino Botanico "M. Tenore", dove sono messe a dimora oltre 500 specie di piante della Maiella, con una riproduzione degli ambienti vegetazionali caratteristici delle diverse quote montane. II museo non è concepito come una semplice e tradizionale esposizione di oggetti e pannelli, ma piuttosto come un laboratorio, nel quale il visitatore è invitato ad interagire e "toccare con mano". Protagonista della sezione naturalistica, collocata al piano terra, è il Camoscio d'Abruzzo, vengono illustrati gli ambienti dove vive, le sue caratteristiche fisiche e comportamentali, le varie fasi dell' "operazione Camoscio" che ne ha permesso la reintroduzione sulla Maiella nel 1990. E' presente anche un plastico del Parco Nazionale della Maiella, dove sono indicati i Comuni, i sentieri, i rifugi e le vette più alte. Nel cuore del Parco Nazionale della Majella si trova la Grotta Del Cavallone, attorno ad essa si possono ammirare solo pascoli d'alta quota, valle selvagge e altissime pareti rocciose. La Grotta si sviluppa in questo comune, ma l'ingresso è situato nella valle di Taranta Peligna. La Grotta prende il nome di fantasia "Cavallone" che risale alla posizione dell'accesso, che visto dalla parte opposta dove si trova, sembra l'occhio di una testa di cavallo incastonata nella parte rocciosa. Oggi la Grotta Del Cavallone è raggiungibile tramite una funivia della durata di 20 minuti sia all'andata che al ritorno e la visita all'interno della grotta prevede tassativamente la presenza di una guida. Una delle maggiori attrattive della Grotta è data dal "Pozzo senza Fine" che dopo diverse esplorazioni, il Gruppo URRI si accertò che entrava in comunicazione con la Grotta del Bue. Ancora oggi nel Pozzo senza Fine se si butta un sasso il rumore provocato dalla caduta si perde senza poter sentire il tonfo di arrivo sul fondo.
TRADIZIONI E CURIOSITA'
La festa patronale, San Sebastiano si festeggia il 20 gennaio.
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