Comuni
Comune di Fara San Martino
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Comune di 1.531 abitanti facente parte della Comunità montana della Maielletta, conosciuto soprattutto per essere una delle capitali mondiali della pasta.
STORIA
Durante il periodo italico tutta la vallata tra l'Aventino ed il Medio-Sangro era di insediamento Carracino, una piccola tribù sannitica, tuttavia si ha un solo reperto di insediamento italico rinvenuto, ovvero un disco corazza in bronzo, oggi custodito presso il Museo Pignorini di Roma. I primi insediamenti longobardi in Italia risalgono alla fine del VI secolo d.C. Durante tutto l'Alto Medioevo nuclei di popolazioni capeggiati da guerrieri si muovono dal Nord Europa verso l'Italia, e quindi l'Abruzzo. Il loro viaggio verso la Majella è un vero marciare, in germanico fahren; col tempo l'individuazione strategica di siti adatti per soste temporanee, lascia il posto alla volontà di insediamenti stabili proprio nel territorio di Fara, da qui dunque ne deriva il nome. L'avvento dell'epoca romana determinò una radicale trasformazione di tipo politico, sociale, amministrativo e culturale. In questo periodo i territori dell'area amministrativa che si estendevano dalla Majella alla sponda sinistra dell'Aventino erano di competenza del municipio di Cluviae, l'attuale località LAroma di Casoli. Le prime notizie certe relative all'abitato di Fara San Martino sono rintracciabili nel IX e nel X secolo, periodo in cui il territorio abruzzese fu colonizzato dai monaci benedettini. Venne infatti documentata l'esistenza dell'Abbazia San Martino in Valle, eretta per atto di liberazione dal conte di Chieti Credindeo. La stessa fu poi confermata da Papa Onorio III nel 1044. Dopo vari secoli in cui il dominio della città fu in mano agli abati, in seguito al suo decadimento l'abbazia fu soppressa e unita al Capitolo Vaticano per opera di papa Nicolò V nel XV secolo. Il paese divenne quindi feudo dei Valignani di Chieti, che lo vendettero a Melchiorre Reviglione nel 1584. Le principali testimonianze del passato sono rappresentate dai vari frammenti architettonici e scultorei del portale duecentesco e degli affreschi trecenteschi rinvenuti nell'abbazia di San Martino, oltre che da una tela del XVII secolo realizzata da Tanzio da Varallo, conservata nella chiesa parrocchiale.
DA VISITARE
Il paese offre al visitatore notevoli spunti per escursioni e passeggiate naturalistiche. Si possono effettuare delle escursioni nella riserva naturale Feudo Ugni e nella riserva naturale Fara San Martino Palombaro. Entrambe sono fitte di vegetazione e presentano molti boschi, con dei sentieri segnati e aree di sosta attrezzate. Interessante da visitare è la parrocchiale del borgo dedicata a San Remigio; essa finemente decorata, presenta al suo interno anche un' opera attribuita a Tanzio Varello. Sono presenti inoltre molte altre strutture religiose tra le vie del centro storico. Disposti lungo una delle vie principali, nella zona alta del paese, una serie di fabbricati si indentificano come Borgo di Terravecchia. Alcuni di questi fabbricati sono abbandonati, mentre altri sono ancora abitati. Dallo stile di costruzione delle case si può ipotizzare che siano state costruite tra la fine del XVIII e la seconda metà del XX secolo. La struttura degli edifici è semplice, i muri esterni sono in pietra calcarea smussata e ciottoli di fiume con, ai cantonali, blocchi di pietra sbozzata. Molti edifici constano di cornicione, i solai sono realizzati con travi in legno che sostengono il tavolato e pavimento in mattoni. I muri sono realizzati per la maggior parte a doppia falda con travi di legno, tavolato o mattonato e sormontati da manto di coppi. I portali e le finestre sono in pietra calcarea.
ECONOMIA
L'antica tradizione ottocentesca nella produzione della pasta fu all'origine dello sviluppo industriale che ha interessato il piccolo centro pedemontano. A determinare questo fenomeno, in stretto collegamento con la morfologia del territorio farese, risulta determinato dallo spirito imprenditoriale, dalla forza energetica del fiume Verde e dalla ricchezza idrica dello stesso. Si è così affermato un modello di sviluppo industriale in sintonia con l'ambiente, da cui trae le sue risorse.
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