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Crecchio : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diChieti.

Comuni

Comune di Crecchio

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Piccolo borgo medievale di 3.021 abitanti, dominato dal castello ducale.

STORIA

Alcuni ritrovamenti confermano la presenza dell'uomo sulle colline di Crecchio fin dall'epoca preistorica La tradizione vuole che in antichità gli abitanti di Crecchio fossero stanziati nella vicina frazione di S.Maria Cardetola. Rinvenimenti di fondi di capanne dell'età del ferro, attestano inoltre una discreta produzione ceramica intorno al IX secolo a.C. Nel 1846 lo studioso e archeologo lancianese A.Carabba, rinvenne a S.Maria Cardetola, un'epigrafe italica del VI secolo a.C., attualmente conservata nel museo Nazionale di Napoli, nella quale, secondo recenti interpretazioni, vi è il primo riferimento di Crecchio. Il ritrovamento di alcuni corredi funerari di origine Frentana fanno ipotizzare che anche questo paese sia stato un loro roccaforte a guardia del confine con i Marruccini o dei tratturi che passavano nelle vicinanze. Divenuto municipio romano, il nome di trasformò in Ocriculum, e l'intero territorio fu diviso in grandi ville rustiche, ovvero aziende agricole, vocate alla coltivazione di cereali, vite ed ulivi. Le attuali frazioni e contrade sono ubicate proprio in prossimità di quelle ville. Tali ville rimasero attive fino al VI VII secolo d.C. esportando vino e olio grazie al vicino porto di Ortona. Dopo le devastazioni della guerra greco-gotica (535-553 d.C.), molti villaggi furono abbandonati e gli abitanti si insediarono nel colle ove sorge l'attuale centro storico. In un'epoca di invasioni e scorrerie esso era infatti il luogo meglio difendibile, grazie alle due profonde vallate dell'Arielli e del Rifago. L'abitato cadde in mano longobarda probabilmente intorno alla fine del VII secolo d.C. e seguì le vicende storiche del Ducato di Spoleto, passando prima nelle mani dei Franchi e poi in quelle dei Normanni. Durante la loro dominazione venne migliorato l'apparato difensivo del borgo con la costruzione di mura, lungo le quali si aprivano due grandi porte, dette Da Capo, ingresso meridionale vicino al Castello, e Da piedi, nella parte nord-orientale del paese, quest'ultima ancora oggi visibile. Agli inizi del XII secolo fu eretta l'imponente Torre dell'Ulivo, importante postazione d'avvistamento, e, intorno ad essa nel corso degli anni successivi si formò l'intero castello. Nel 1279 il feudo di Crecchio venne incluso nella "Rassegna dei feudatari d'Abruzzo" voluta da Carlo d'Angiò, da quest'ultima emerge che il feudo era sotto la giurisdizione di Gugliemo Morello. Nel 1406 Crecchio era feudo di Napoleone degli Orsini, conte di Manoppello e Guardiagrele; questi, ribellatosi alla corte di Napoli, venne privato del feudo che fu devoluto alla comunità di Lanciano dal Re Ladislao. Il possesso da parte di Lanciano rappresentava per Crecchio l'opportunità di vendere agevolmente il grano che si produceva nel territorio, dato che Lanciano, con le sue fiere, ara un punto di passaggio importante per i mercati di ritorno da Venezia. Nel 1627 Crecchio passò a Giovanni Bonanni dell'Aquila che nel 1633 lo vendette ad Andrea Brancaccio di Napoli che ne restò in possesso fino al 1702. Il 15 ottobre 1705 il feudo fu acquistato da Gaetano D'Ambrosio, principe di Marzano; la vendita risultò però non valida ed il feudo vene quindi assegnato a Vincenzo Frascone, nominato marchese di Crecchio. Successivamente i D'Ambrosio ne ritornarono in possesso l'11 agosto 1734, mantenednolo fino al 1785, quando passò ai De Riseis, duchi di Bovino e baroni di Crecchio; questi ultimi conservarono i beni ad esso legati fino al 15 novembre del 1958. Il 9 settembre1943, Crecchio ed il castello furono scenario di importanti eventi della storia d'italia. Il re Vittorio Emanuele III, la Regina, il principe Umberto, Badoglio e l'intero Stato Maggiore, sostarono nel castello dopo essere fuggiti da roma. Qui si decisero le sorti della monarchia Sabauda. Dall'inverno del 1943 all'estate del 1944, Crecchio, trovandosi sulla linea Gustav, subì le devastazioni dei bombardamenti, tanto che il dopoguerra rappresentò per il centro storico il periodo dell'abbandono. Il miglioramento si avverte solo a partire dalla fine degli anni '70, quando iniziarono i lavori di restauro. Negli anni '80 e '90' l'Archeoclub intraprese una vera e propria campagna di riscoperta del patrimonio antico del paese, restituendo al paese la sua fisionomia medievale.

DA VISITARE

Va sicuramente menzionato il Castello Ducale, dove soggiornarono il Re Vittorio Emanuele II ed il principe Umberto; ristrutturato alla fine degli anni '70, dal 1995 ospita il Museo D'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale. Qui vengono esposti oggetti rinvenuti durante i campi di ricerca che l'Archeoclub d'Italia sede di Crecchio ha condotto, dal 1998 al 1991, sul sito di una villa romano-bizantina scoperta in località Vassarella di Crecchio. Vi sono inoltre altri reperti ostrogoti e longobardi provenienti dal territorio abruzzese, che insieme riescono a ricostruire la vita dei Bizantini in Abruzzo, la guerra contro i goti, le vicende che riguardano la zona costiera tra la fine del sesto e l'inizio del settimo secolo. La sala Alberto Carlo Fracacci ospita invece una collezione etrusca. Di particolare interesse sono i Mulini della valle dell'Arielli, quasi tutti posti sulla sponda destra del fiume Arielli, al di sotto del colle di Crecchio. L'abbandono dell'attività molitoria , fiorente nel Medioevo, ha fatto si che i mulini subissero un inevitabile degrado ma grazie ad un'accurata ristrutturazione negli anni '90, è stato possibile realizzare il Parco dei Mulini, un'area attrezzata di particolare pregio naturalistico.

ECONOMIA

Il comune di Crecchio ricade all'interno del distretto industriale di Ortona, caratterizzato da un'elevata concentrazione di imprese specializzate nel settore tessile e dell'abbigliamento. La principale attività rimane comunque l'agricoltura; le aziende agricole presenti sono caratterizzate per la maggior parte dalla conduzione diretta del coltivatore con sola manodopera familiare. La vocazione agricola del territorio è ulteriormente testimoniata dalla produzione dei vini DOC d'Abruzzo, il Montepulciano ed il Trebbiano, e da diversi frantoi per la produzione di olio extravergine di prima qualità.

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