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Comune di Casoli
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Comune di 5.904 abitanti, Casoli è posta su di un colle alla destra del fiume Aventino. Domina la sottostante valle fluviale con il grazioso lago San'Angelo e le colline circostanti, l'abitato si svolge attorno ad un castello cui fanno da corte le case borghesi.
STORIA
Il territorio ha ospitato fin dai tempi antichi importanti insediamenti abitativi, con popolazioni di ceppo sannitico che già nel IV secolo a.C, davano preoccupazioni alle guarnigioni romane costrette più volte a ristabilire il loro dominio su queste terre. Inoltre in località Piana la Roma, sussistono ruderi di edifici con pavimenti a mosaico, di un anfiteatro e di un acquedotto; sono state rinvenute anche statuette, vasi, fregi e colonne. Alcuni toponimi (Piano la Fara, San Salvatore) e rinvenimenti archeologici (dei massi decorati a bassorilievo riutilizzati per costruire il campanile della chiesa matrice) testimoniano che nel suo territorio si insediarono i Longobardi. Viene menzionata (come Casule) per la prima volta dalle fonti storiche nell'878, in un manoscritto elencante i possedimenti dell'abbazia di Montecassino nel chietino. Agli inizi del X secolo vi si insediò una comunità di monaci eremiti di rito greco-bizantino. Tra loro i futuri santi Nicola Greco, Falco, Franco e Ilarione. Fu feudo di varie famiglie tra cui i conti Orsini di Manoppello, i Colonna e, infine, i principi d'Aquino di Caramanico. Nel 1779 fu ostile all'adesione alla Repubblica Partenopea; fu teatro di episodi di insurrezione e di violenza anche ai danni della borghesia locale senza legami con le autorità repubblicane e gli occupanti francesi. Aderì, senza entusiasmo, alla Repubblica solo dopo l'incendio di Guardiagrele da parte delle truppe francesi. Al plebiscito del 1860 per l'annessione al Regno d'Italia votarono 1.349 dei 1.568 aventi diritto: ci fu un solo voto contrario. Tra la fine dell'800 e l'inizio del 900, il castello ha ospitato il "Cenacolo" abruzzese che si riuniva in casa di Pasquale Masciantonio; erano i più eletti rappresentanti della cultura e dell'arte di allora. Gravemente danneggiata durante la II Guerra Mondiale (la linea Gustav correva anche lungo il vicino fiume Sangro), vi fu attivo il gruppo di partigiani Brigata Majella. Al referendum istituzionale del 2 giugno 1946 si ebbero 3.119 voti per la monarchia e 1.169 per la Repubblica (le schede bianche furono 159 e quelle nulle 342).
DA VISITARE
Oltre al pittoresco centro storico, a Casoli si può ammirare il Castello Ducale, edificato nell'XI secolo, ancora oggi domina l'abitato con la sua mole e con l'alta torre pentagonale. Del Castello Ducale è famosa anche la stanza di D'Annunzio nella quale il celebre poeta soggiornava quando si trovava a Casoli. Annessa al castello (forse in origine era la cappella palatina) vi è la Chiesa di santa Maria Maggiore, la quale ha subito numerosi restauri nel corso dei secoli passati. Ruderi archeologici di origine carecina, i Cluviae, sono siti in località Piano La Roma. Tra i monumenti da citare di Cluviae vi è il teatro. Seppur di origine artificiale, Il lago di Casoli, arricchisce notevolmente il paesaggio e l'aspetto naturalistico della Valle dell'Aventino, oltre a costituire un naturale corridoio ecologico tra il Parco Nazionale della Majella e le aree più a valle.
TRADIZIONI E CURIOSITA'
In questo territorio sono forti le tradizioni agropastorali. Il 15, 16 e 17 gennaio si svolgono le sacre rappresentazioni delle tentazioni di Sant'Antonio. Il 16 luglio e la prima domenica di agosto si festeggia la Madonna del Carmine, la cui statua viene portata in processione dalla chiesetta a lei dedicata, in località Collemarco, fino alla chiesa parrocchiale. L'ultima domenica di agosto si celebra la festa di Sant'Agostino, la cui chiesa, in origine dedicata a San Giustino di Chieti, è la più antica del paese (anche se ha subito numerosi rimaneggiamenti). Il 7, 8 e 9 ottobre si svolgono le feste patronali in onore di Santa Reparata e del compatrono, San Gilberto di Sempringham: la mattina dell'8 ottobre gli abitanti delle varie contrade sfilano, in costume tradizionale abruzzese, portando alla chiesa della santa i donativi, i prodotti tipici della terra e della gastronomia locale, in conche di rame o disposti sulle conocchie (delle strutture a ripiani a forma di tronco di piramide).
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