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Comune di Canosa Sannita
STORIA
Scarse sono le notizie sulla storia di Canosa: la più antica, riguardante l’insediamento nel territorio risale al secolo IX; nel Memoratorium dell'abate Bertario, che contiene l'inventario dei possedimenti cassinesi nel comitato teatino, compaiono le chiese di S. Benedetto, S. Maria, S. Comizio e S. Silvestro, in loco qui dicitur Orni. Le fonti più antiche in possesso risalgono al XIII secolo; in quel periodo l'Italia medioevale conosceva le lotte fra Corradino di Svevia e Manfredi, lotte alle quali anche Canosa non era immune: il suo castello era apprezzato da molti, tra i quali Guglielmo di S.Giuliano, Giustiziere d'Abruzzo, che lo riteneva un ottimo punto strategico e di difesa. Tra l'altro, un fautore di Corradino, tale Torgisio, si aggirava nelle nostre terre, per costruire un esercito a favore dello svevo. Guglielmo di S.Giuliano allora spedì un capitano di nome Raone a difesa del castello di Canosa. Corradino scomparve ben presto dalla scena, decapitato a Napoli nel 1268, e il castello di Canosa passò nelle mani del Vicesecreto d'Abruzzo. Questo castello è ricordato in un documento del re Carlo d'Angiò, ove si nomina Roberto Morello capitano di Lanciano, per poter meglio difendere questo importante punto strategico da eventuali attacchi esterni. Con i secoli, i governatori del paese cambiarono spesso. Il primo fu un certo Riccardo di S.Apollinare, che governava con la sua famiglia e Gentile di Lettomanoppello. Altri avvenimenti di rilievo si possono riscontrare nel 1531, quando Canosa passò sotto Emanuel de Vega, nome di chiara derivazione iberica. Il motivo di questo "cambio di proprietà" e' da riscontrare nella ribellione di Lanciano, al quale apparteneva il feudo di Canosa, che si scontrò con Carlo V, allora imperatore. Questo passaggio ebbe anche motivi economici, poiché Canosa, aveva l'industria della lavorazione delle macine da mulino. Nel periodo precedente il Concilio di Trento (che, in diverse fasi, è iniziato nel 1563), nel quale furono ribaditi alcuni dogmi del Cattolicesimo anche nei confronti della Riforma luterana, l'autorità ecclesiastica era esercitata dal Vescovo, insieme agli Abati e a vari canonici. Capitò che Canosa con il suo feudo venne a trovarsi nel bel mezzo della linea di confine tra le due Diocesi, quella di Ortona e quella di Lanciano, e i rispettivi Vescovi cercavano di rivendicare la propria egemonia su Canosa. Dalla famiglia dei Vegha si passa ai Valignani (1625) tra i quali troviamo Lelio Celaya - più tardi tale cognome diverrà Celaia - che acquistò il feudo da Caterina Petrucci di Siena e dal figlio Francesco. A partire dal 1862 (anno dell'unità d'Italia), Canosa era un "Monte Frumentario"; ciò significa che prestava ai paesi vicini grano e cereali in genere. Il fenomeno del brigantaggio diffuso soprattutto in Campania, Puglia, Basilicata, toccò anche le miti (fino ad allora) terre d’Abruzzo. Nella zona di Canosa Sannita e nei paesi vicini, sono ricordate le scorribande del brigante Nunziato Mecola. Egli, come tanti altri, era diventato un fuorilegge dopo l'annessione al Regno del 1861, non trovando più, probabilmente, alcuna possibilità di vivere se non quella di saccheggiare il prossimo. Questi banditi erano spesso fomentati dai sostenitori del vecchio regime, vale a dire quello borbonico di Francesco II, che non sopportava il partito liberale, allora al potere. Con l'Unità d'Italia entrano di scena nuove istituzioni, nuove leggi, nuove tasse e nuovi doveri: tra questi è da menzionare l'obbligo, fatto a tutti i comuni, di modificare il proprio nome in maniera tale che non vi fossero cittadine con lo stesso appellativo. Innanzitutto bisogna spiegare l’origine del nome Canosa; riguardo a ciò, occorre rifarsi al toponimo, risalente all’etrusco, "Canusia" (o "Canusium"), che richiama altri toponimi come "Perusia", "Bandusia", territori sui quali il regno etrusco estese la sua egemonia durante la sua breve vita (ciò sta’ anche a dimostrare l'antichità del nostro paese). Tale toponimo trova poi un corrispondente in tre località pugliesi: "Camna Amnis", Cannae" e Canusium" l'odierna Canosa di Puglia. Riguardo al "cognome", le motivazioni sono più complesse. A Canosa è stato aggiunto l’aggettivo "Sannita" affianco al nome originario: la scelta è probabilmente dettata da importanti motivi storici. I Sanniti erano una popolazione italica che, stabilitasi nell'Italia centro meridionale attorno al II millennio a. C., ebbero notevole importanza nelle prime fasi dello sviluppo di Roma.
DA VISITARE
Oltre al caratteristico centro storico, a Canosa Sannita si può ammirare la Chiesa Parrocchiale di San Filippo e Giacomo, di antica fondazione ma completamente ricostruita negli anni '50 che conserva al suo interno numerose opere di artisti locali. Meta di pellegrinaggi, specialmente durante la prima settimana di settembre è la Chiesa della Santissima Addolorata, che si trova nei pressi di un bosco della frazione Moggio. Il centro del paese ospita nello storico Palazzo Martucci il "Museo della guerra per la pace", che raccoglie circa mille oggetti di interesse storico inerenti alle due guerre. Poco fuori dal paese si trovano le "Chicurummelle", grotte naturali utilizzate un tempo utilizzate come nascondiglio dai briganti. E' possibile ammirare inoltre innumerevoli bellezze naturalistiche, passeggiando nella natura incontaminata circostante il paese.
TRADIZIONI E CURIOSITA'
La festa patronale si svolge il 1° maggio in onore dei santi Filippo e Giacomo; anche a Canosa Sannita viene venerato san Rocco, la cui festa è celebrata nella domenica successiva al 16 agosto. Ogni anno, in occasione della ricorrenza di sant'Antonio, sfilano i "carri di Sant'Antonio " per le vie del paese. Durante la festa, dopo la messa si può assistere alla rappresentazione de "Lu Sant'Antojie" e alla vendita dei taralli benedetti.
ECONOMIA
L'economia si basa sul settore agricolo, sopprattutto nella produzione dei vini DOC di Montepulciano d'Abruzzo e del Trebbiano. Buona è la produzione di olio frutta, esiste anche una discreta produzione artigianale. Il turismo è invece fiorente nel periodo estivo.
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